Negli ultimi 10 anni il tessuto economico si è modificato a causa di crisi che hanno toccato l’intera economia globale. La attuale pandemia ci mostra come sia necessario ricorrere a strumenti innovativi , anche sul piano tecnico –giuridico, per affrontare la ricostruzione. Bisogna passare da un approccio competitivo ad un approccio collaborativo ed il contratto di rete può essere il giusto mezzo per sperimentare i rapporti di fiducia. A ciò si aggiunga che il faro che ci può illuminare la strada lungo il precorso possono essere i 17 goals dell’Agenda ONU 2030 e quindi occorre coordinare ed armonizzare tre elementi essenziali; la crescita economica , la tutela dell‘ambiente e la inclusione sociale.
Parole chiave; Buona fede; fiducia, collaborazione, rete , sostenibilità, solidarietà
Negli ultimi 10 anni è avvenuto un profondo mutamento nel mondo delle professioni e nel tessuto economico del paese anche a causa della crisi economica che si è sviluppata dal 2008 a cui, oggi, si sovrappone, in maniera drammatica, l’emergenza in cui viviamo che ci svela uno scenario imprevisto, forse prevedibile , ma inaspettato ai più.
Questa emergenza si accoda ad una situazione di disagio per i cambiamenti economici già avvenuti, vissuti da alcuni come non tollerabili, da altri, come opportunità, ed agisce anche sugli strumenti che le nostre società utilizzano per regolamentare i rapporti: gli accordi, i contratti, in generale i patti che regolano la vita di relazione economica e non solo.
Sia i professionisti , che dovrebbero offrire un percorso ed una soluzione, sia le imprese, che ai consulenti chiedono supporto, si trovano disorientati perché non c’è più un binario su cui muoversi, bensì tante e diverse strade.
Anche le norme di legge non ci danno una riposta univoca sulle regole da utilizzare nel percorso ai rapporti contrattuali in essere. Di fatto, la pandemia rientra nella ipotesi di caso fortuito/ forza maggiore che il nostro codice civile non definisce in maniera specifica .
Dobbiamo, quindi, fare riferimento a concetti generali, quali la buona fede.
Ricorrere al principio di buona fede significa applicare il contratto non in modo egoistico ma solidaristico, tenendo conto della posizione dell’altra parte anche e soprattutto, se più debole. Significa trovare un nuovo percorso o, meglio, regolare i rapporti da una diversa prospettiva .
Se alziamo gli occhi, abbiamo la possibilità di trovare supporto e guida in altre fonti.
I 17 obiettivi della Agenda Onu 2030 sono molto preziosi .
Affinché vi sia uno sviluppo sostenibile occorre coordinare ed armonizzare tre elementi essenziali; la crescita economica , la tutela dell‘ambiente e la inclusione sociale .
L’obiettivo 8 prevede di “ incentivare una crescita economica duratura , inclusiva e sostenibile una occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti “ , l’obiettivo 9 prevede di “costruire una infrastruttura resiliente e promuovere la innovazione ed una industrializzazione equa , responsabile e sostenibile “ l’obiettivo 12 “garantire modelli sostenibili di produzione e consumo “ , obiettivo 15 “ proteggere , ripristinare e favorire l’uso sostenibile dell’ecosistema terrestre “, obiettivo 16 “ pace, giustizia e istituzioni forti “ obiettivo 17 “ rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile “
Come fare , dunque , professionisti, imprese , lavoratori , mondo produttivo , istituzioni a rispondere anche al proprio disorientamento sul come agire ?
La risposta sta nell’operare in rete, passando da un modello competitivo ad un modello collaborativo , dove la multidisciplinarieta’ e la specializzazione diventano un elemento di potenziamento dell’agire collettivo.
Le imprese ed i professionisti, nella rete, rappresentano dei nodi ed i legami tra questi nodi sono dati dalle relazioni esistenti tra gli stessi. Oggetto della relazione è lo scambio, che può essere tra prodotti e servizi, di informazione, normativo ed affettivo, di risorse. Finalità della relazione può essere rappresentata dallo sviluppo di prodotti, dall’ingresso in nuovi Paesi/ Mercati, dalla messa in comune di certe attività, dalla condivisione di personale. Risorse centrali per lo sviluppo della rete, sono quelle di conoscenza, codificate e delle routines organizzative, delle risorse umane, ma, soprattutto, sono le risorse di FIDUCIA.
Nell’ambito delle relazioni tra imprese, la FIDUCIA riduce l’incertezza fornendo momenti cooperativi oltre a limitare i costi del controllo.
Questi temi sono fondamentali per potere affrontare la nascita di un rapporto collaborativo tra soggetti, che nella realtà molto spesso esiste, ma non viene codificato in forme societarie in quanto vissute dagli Imprenditori come restrittive della propria libertà di scelta sul come fare impresa.
Poiché oggi, tuttavia, lo scenario emergenziale a livello mondiale ci impone delle riflessioni sul modello di sviluppo adottato e soprattutto da adottare per il futuro, non è più possibile non vedere come la messa in comune delle risorse verso un nuovo progetto di sviluppo non sia più rinviabile.
Credo che lo strumento rete abbia i requisiti tecnici ed innovativi per adattarsi alle nuove necessità.
Il contratto di rete, oggi, è un contratto tipizzato, qualificabile quale contratto plurilaterale che presenta molteplici sfaccettature ed è in costante evoluzione. Limitarne la portata ad una nuova figura contrattuale non sarebbe rendergli giustizia. Il contratto di rete è nato ed è stato pensato dal legislatore come uno strumento a servizio delle nuove frontiere del Diritto dell’Economia.
Gli ambiti interessati dal momento della nascita e della crescita ma anche della crisi e del fallimento delle Reti, sono molteplici. Economia aziendale, Psicologia del lavoro, Analisi finanziaria, Organizzazione dei processi produttivi, Ricerca, Sviluppo, Innovazione.
La rete richiede collaborazione e cooperazione tra i soggetti che si muovono nell’orbita delle imprese; non solo i singoli imprenditori ma anche i lavoratori, il Manager di rete, i professionisti consulenti, gli Istituti Finanziari, le Associazioni di categoria. Richiede presenza e consapevolezza delle risorse necessarie da parte delle Istituzioni; Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero dell’Economia, il Garante delle Imprese.
Occorre affrontare il passaggio dal progettare da soli a farlo in tanti , fruendo di spazi globali in un tempo e spazio che si dilatano e creando rapporti che si basano sulla reciproca fiducia . In questo modo si uniscono le competenze , si opera in una prospettiva e con uno scopo rappresentati dal bene comune.
Il termine rete evoca un “plurale”; corrisponde ad una immagine a maglie, ad intrecci di relazioni reali o virtuali che si incastrano, si imbrigliano o si sostengono.
Il concetto evoca rapporti tra soggetti, sia in termini di legami tra persone o tra unità organizzative, sia in termini di entità in parallelo o in contrapposizione.
Questo tessuto di contatti e rapporti, sottende una concezione della persona o dell’azienda come soggetto in interazione con gli altri, capace di influenzarli e di esserne influenzato, una leadership plurale.
L’attenzione, dunque, viene portata sulle relazioni, la loro costruzione, il loro mantenimento, il coinvolgimento, lo sviluppo.
Le reti variano a seconda dei soggetti e delle loro caratteristiche; sono influenzate dalla storia delle persone e dalle loro esperienze, sono ispirate dalla cultura e si modificano in funzione del tempo.
Il riconoscimento e la realizzazione dei nodi di rete tra servizi o aziende differenti, passa attraverso la fiducia dei soggetti coinvolti per creare agganci tra forze diverse che, pur mantenendo la propria autonomia e specificità, perseguono, insieme, precisi obiettivi, da cui discendono azioni compatibili di partenariato.
Governare ed innovare sistemi produttivi, aziende o consorzi di aziende, oggi richiede a tutti (dirigenti, imprenditori, rappresentanti delle istituzioni) una capacità inedita di vivere la collaborazione, sapendo che non vi è una strada sola, ma che è necessario trovare le forme di collaborazione ‘possibile’ e ‘sostenibile’.
Ogni operatore economico manterrà la propria caratteristica ontologica , ma si potrà sviluppare un modo condiviso di gestione dei rapporti giuridici ed economici . La scelta della strada da percorrere sarà o almeno potrà essere, maggiormente condivisa.
Concludo con le parole di Enzo Spaltro “ il Futuro della economia che penso sarà soggettivo e diffuso si chiamerà bellessere. …. Lentamente ma inesorabilmente due vecchi nemici, il denaro ed il lavoro, diventeranno amici tendendo, forse, a unificarsi”.
Bibliografia:
*IV rapporto sulle libere professioni in Italia Confprofessioni anno 2019
*Rapporto Censis sulle professioni 2019
*Sustainable Development Goals o, in forma abbreviata, SDG AGENDA ONU 2030
*Contratto di rete di imprese a cura di Vincenzo Cuffaro ( Autori vari ) Giuffrè Editore Spa Milano 2016
*“ Un Futuro Bello” Enzo Spaltro Editore: Format A cura di: B. Feltrin Data di Pubblicazione: marzo 2016